La radura, un cerchio di terra temuto anche dall’infestante gramigna, di radici nodose che s’intrecciano come serpi striscianti. Sotto rami e fronde regnano tenebre senza fine in cui bambole vestite di bianco penzolano appese. Le corde strette alla gola, le labbra nere sporche di pece, gli occhi spalancati che guardano a quando erano bambini…
«Scappa Minù! Scappaaaaa!» La testa di un’enorme biscia emerge e si avventa su di noi. Pietrisco e ghiaia si sollevano in aria, rotaie si piegano, assi di legno si frantumano. Viti, dadi, schegge, ogni cosa è un proiettile nel mezzo di un fuoco a raffica. Un’enorme bocca ci manca per un soffio…
Conosce bene questo posto, qui ha cominciato a tirare di boxe. Lo tengo d’occhio mentre raggiunge il ring, incastrato tra pareti scrostate, crepe, macchie scure, mattoni a vista, una sfilata di vecchie fotografie, cinture, trofei. «Sono cose morte, John… Andate. Adesso dobbiamo pensare ai bambini… Se soltanto avessi continuato con il pugilato… Avresti potuto diventare…
L’aria fredda gela i rami, le foglie. Le cime degli alberi graffiano il cielo pronto alle lacrime: c’è odore di pioggia. Affretto il passo, dietro di me esplodono lampi, tuoni. Voglio arrivare al Castello prima che sia troppo tardi: la morte cammina veloce. Al cancello, minaccioso ammasso di ferro saldato, punte incurvate, strappo tre volte…
Un uomo su tutti, che superava gli altri partecipanti di mezza altezza, allampanato, tutto fibre e nervi, mi incuteva timore. Impassibile, privo di una qualsiasi espressione, emergeva dalla massa che veniva verso la fattoria. Non ho mai dimenticato i suoi occhi, piccole biglie nere affossate tra le arcate sopraciliari e gli zigomi, lo sguardo affilato…
La bimba uccisa, ancora più giovane della prima, è di una bellezza straordinaria, una meraviglia prigioniera del fogliame e dalla terra. Strappata anzitempo alla vita, ancora nell’età dell’innocenza: tredici anni, un’età difficile per morire. La belva assassina continua a uccidere, a pretendere altra bellezza, trofeo per l’efferata sete di sangue. A Bosco Oscuro, quest’assassino agisce…
«A domani John. Tieni d’occhio Skinny Pit.»Jack sorride. «Chi? Dai Jack, hai proprio una bella inventiva!» Jack Holmes, un nero che schiva le lampade ad ogni passaggio, tuona: «Ehi, uomo bianco, non me lo sono mica inventato io!» Non ho intenzione di far perdere le staffe al gigante, ma c’è qualcosa di strano nell’aria. «Ehi,…
Il Re muore, scannato come una bestia mandata al macello, con il capo ancora attaccato alle spalle, ma le sue urla hanno scosso l’alto dei cieli.Nubi plumbee si addossano una all’altra, il pallido sole del mattino non brilla più. Qualcuno tra la folla alza gli occhi, altri ne imitano il gesto, poi tutti gli sguardi…
Nevica cenere. Il rogo consuma ciò che resta dell’infimo hotel in cui ho passato la notte. Con la mano asciugo un rivolo di sangue che cola dalle narici. «E questo cos’è?» Lettere stampate con inchiostro rosso si susseguono sul dorso della mano: «Sex… Sexo… Sexodrome! Oddio! Phénix!» Phénix, sedici anni, la conoscevo appena. Striscio come…
Anche stanotte, come tante altre, il rettile di catrame sembra dormire, mentre scendiamo a rotta di collo sulla pelle adamantina. Ad ogni curva le ruote, stridendo, pizzicano il ciglio della carreggiata: papà corre forte, troppo. Mamma, occhi azzurri e bella davvero, sorride, tentando di rassicurarci, speranza vana, perché il terrore tra i sedili posteriori si…